L’arte di guardare un film…

 

 

L’arte di guardare un film, capirne il significato, andare aldilà della superficie” [Articolo di Valeria Mainardi, pubblicato su Ordine e Libertà di Abbiategrasso]  

Mercoledì 25 settembre, ospite della presidente del Rotary Club Morimondo Abbazia, Monica Speroni, il giornalista, nonché critico cinematografico, docente e scrittore, Fabrizio Tassi.

Un curriculum che profuma di celluloide: redattore della rivista Cineforum (e caporedattore della versione web, Cineforum.it), collaboratore del settimanale FilmTv e Micromega e, con Simone Massi, creatore della sigla della Mostra del Cinema di Venezia.

“Siamo tutti capaci di guardare un film” esordisce un ironico Tassi “Ma non tutti lo guardiamo davvero: non chiunque, senza l’opportuna formazione, è in grado di vedere, cioè di capire, il significato di ciò che voleva dire il regista, carpire le sue intenzioni, guardarle in profondità. Quando vediamo un film, ci facciamo raccontare una storia, ma non  è  da tutti capire il modo in cui viene raccontata. Quando impari a capire il linguaggio cinematografico, le regole che lo compongono , comprendi e apprezzi di più i film: se non ti accontenti di guardare la storia, il film te lo godi di più. Ogni regista ha un suo modo, diverso dagli altri, di vedere le cose: il bello del cinema è anche apprezzare il punto di vista differente dal tuo, uscire dai pregiudizi. Questo, in teoria, lo fa “il buon spettatore” di cinema,  che cerca di vedere il film con gli occhi di chi l’ha girato”.

Parole ed immagini che il critico non lesina ad illustrare svelandone i segreti, passando dai film orientali, alle prime visioni in passerella.

Tra i film che Tassi ha portato ad esempio, per dimostrare come visione dello spettatore e del regista spesso non coincidano o meglio, di come analizzare la volontà dell’autore: Un dollaro d’onore (Rio Bravo)” diretto da Howard Hawks, con John Wayne e Dean Martin; The Assassins regia di Hou Hsiao-Hsien e l’intramontabile “Colazione da Tiffany” di Blake Edwards.

Tra i film più bizzarri che ha visto, il critico ricorda “Blue”, di Derek Jarman: l’ultimo diretto dal regista che, al momento di girarlo, era divenuto cieco e consiste in un unico fotogramma di colore blu che fa da sfondo alle parole e racconti del protagonista che parla della sua vita.

Davanti ad una platea che pende dalla sue labbra, Tassi, senza freni, dopo aver risposto alle domande più svariate, raccontato le sue passioni ed espresso le recensioni degli ultimi film a breve nelle sale, rivela la classifica dei film che hanno fatto storia e vanno assolutamente visti: “Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti”, Regia di Apichatpong Weerasethakul; “Il filo nascosto”, Regia di Paul Thomas Anderson; “2001: Odissea nello spazio”, Regia di Stanley Kubrick; “Fanny & Alexander”, Regia di Ingmar Bergman; “Faust” Regia di Aleksandr Sokurov; “Eyes Wide Shut” Regia di Stanley Kubrick.

D’obbligo preparare i popcorn e guardare, con occhi diversi questi capolavori cinematografici.

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