In Valfurva il drone del Rotary testimone dell’arretramento dei ghiacciai e del cambiamento climatico

In soli due mesi il fronte del ghiacciaio dei Forni, in Valfurva, è arretrato di ben 17 metri, Una scoperta drammatica, compiuta domenica 18 settembre dai volontari del Servizio Glaciologico Lombardo che col loro presidente Giovanni Prandi hanno accompagnato a 2.700 metri di altitudine i soci dei 6 club Rotary del Gruppo Sforzesco del Distretto Rotary 2050 che hanno donato loro un drone tracciatore per monitorare in tempo reale l’impatto del surriscaldamento globale sui ghiacciai lombardi
«Il drone che ci ha donato il Rotary ha un sistema di rilevamento dei punti geolocalizzati che ci permette di mettere i target di rilevamento una sola volta per tutte» ha spiegato il presidente Prandi.

Il service «Dalla parte dei ghiacciai» è partito per iniziativa del presidente del Rotary Club Morimondo Abbazia, Pierangelo Metrangolo, ed è stato poi condiviso dall’Abbiategrasso, dal Vigevano Mortara, dal Mede Vigevano, dal Cairoli e dal Lomellina. Così nell’ultimo weekend a Santa Caterina Valfurva oltre 90 rotariani si sono ritrovati per una due giorni dedicata all’ambiente, iniziata col convegno «Il cambiamento climatico e il ciclo dell’acqua in pianura padana». Relatori, il consulente scientifico del SGL Riccardo Scotti, che ha parlato di «Ghiacciai lombardi e crisi climatica»; il direttore Generale del Consorzio di Irrigazione Est Sesia, Mario Fossati, sul tema «Il riso del disgelo, dai ghiacciai all’opera dell’uomo»; e l’agronomo Gianluca Chiarucci, socio del Rc Lomellina, sul tema «Tesaurizzazione delle risorse idriche». Presente il gotha del Rotary, col governatore del distretto 2050, Carlo Conte, e i PDG Lorenza Dordoni e Sergio Dulio, oltre alle massime autorità civili della Comunità Valfurva.

Il riscontro ai tragici scenari prodotti dal cambiamento climatico è apparso palese a tutti con l’escursione sul Ghiacciaio dei Forni, dove il SGL nella circostanza ha compiuto nuovi rilievi sul fronte del ghiacciaio, con la misurazione delle paline poste il 15 luglio scorso al termine dei propri corsi annuali di formazione. Il dato impressionante è che il ghiacciaio si è ritirato di altri 17 mt sul fronte nord e di 14 mt sul fronte est. Desolante lo scenario: al posto del ghiaccio fuso, una desolata distesa di residui morenici che danno al

paesaggio un aspetto lunare: i piedi delle tre lingue in cui il ghiacciaio si è diviso fondendo, enormi blocchi di ghiaccio «morto», Segnando con ciò la progressiva riduzione delle scorte di acqua della

Lombardia, destinata a produrre gravi ripercussioni a livello economico, energetico, paesaggistico e turistico.

[ Articolo pubblicato su “Settegiorni” – edizione Magenta e Abbiategrasso]

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